giovedì 12 luglio 2018

Incentivo rinnovabili 2018 - 2020 Bozza di decreto

Incentivo rinnovabili 2018-2020 - bozza di decreto

Il Decreto di cui sta girando una Bozza, prevede 7 bandi organizzati in tre diversi gruppi e include incentivi anche per il fotovoltaico

In un delicato momento di passaggio per la politica italiana e di grande incertezza, è stata finalmente pubblicata la bozza del Decreto rinnovabili elettriche, per il sostegno nel periodo 2018-2020 alla produzione di energia elettrica dagli impianti alimentati a fonti rinnovabili.

La bozza è stata ora inviata per approvazione all'Autorità per l'Energia, Arera, e alla Conferenza Unificata delle Regioni e deve avere anche il parere positivo da parte della Commissione Europea.

L’obiettivo del decreto è quello di sostenere la produzione delle rinnovabili elettriche nell’arco del triennio attraverso “la definizione di incentivi e modalità di accesso che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi nazionali e con modalità conformi alle linee guida in materia di aiuti di Stato per l'energia e l'ambiente ddefinite dalla Commissione europea”.

Quali impianti accedono agli incentivi

Possono accedere agli incentivi i progetti selezionati per l'iscrizione ai registri che rientrino nelle seguenti categorie:
  • impianti di nuova costruzione, completamente ricostruiti e riattivati di potenza inferiore a 1 MW;
  • impianti oggetto di un intervento di potenziamento nel caso in cui la differenza tra il valore della potenza dopo l'intervento e quello della potenza prima dell'intervento sia inferiore a 1 MW
  • impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1 MW
E' possibile accedere agli incentivi anche attraverso aste al ribasso, se la potenza degli impianti è superiore di 1 MW.
Nella bozza si legge che “L’erogazione degli incentivi è sospesa nelle ore in cui si registrano prezzi finali orari pari a zero per un periodo superiore a 6 ore di seguito”.
Per la prima volta sono introdotte le procedure d'asta neutre, ovvero mettendo in competizione le tecnologie, per cui il GSE pubblicherà i bandi relativi a procedure d'asta e registro secondo precise scadenze.
bandi sono organizzati in 3 gruppi:

primo gruppo

impianti eolici
impianti fotovoltaici
Con un totale di 580 MW per l’iscrizione ai registri e 4.800 MW per le aste al ribasso e considerando alcuni criteri di prioorità per le offerte per impianti realizzati su discariche esaurite, cave e miniere esaurite, aree di pertinenza di discariche e siti contaminati.

secondo gruppo

impianti idroelettrici
impianti geotermoelettrici
impianti di gas residuati dei processi di depurazione
impianti alimentati da gas di discarica: realizzati su discariche esaurite
Con un totale di potenza di 140 MW per i registri e 245 MW per le aste.

terzo gruppo

impianti oggetto di rifacimento totale o parziale e rientranti nelle tipologie di cui al gruppo impianti eolici, impianti idroelettrici e geotermoelettrici, a patto che gli impianti siano in esercizio da almeno due terzi della loro vita utile e non ricevano già incentivi al momento della domanda.
Con un totale di 70 MW per i registri 490 MW per le aste.

Un altro obiettivo del decreto è quello della razionalizzazione degli interventi, per evitare che gli impianti siano realizzati nelle stesse zone in cui sono già inserite FER non programmabili connesse in rete, gli operatori dovranno informare il GSE su quali siano le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete.

martedì 8 novembre 2011

Energia dai rifiuti senza inquinare: Ecco come!

Si possono distruggere rifiuti bruciandoli, con un pirolizzatore le cui dimensioni possono essere tarate sulle esigenze del cliente.
I materiali che possono essere distrutti in questo Micro pirolizzatore, sono:
a) Rifiuti solidi urbani (inclusi plastica, carta, metalli);
b) Deiezioni animali zootecniche;
c) Rifiuti agricoli;
d) Legno e suoi derivati;
e) Alcuni rifiuti speciali

Le caratteristiche sono:
1) Assenza di emissioni nocive dalla combustione di rifiuti, che necessitano di trattamento separato (nostra invenzione);
2) Utilizzo di motori endotermici per la produzione di energia elettrica con aggiunta di idrogeno, là dove il syngas prodotto dalla combustione dei rifiuti non sia sufficiente per alimentare il motore;
3) Sfruttamento del vapore a 130° C, per produrre altra energia elettrica tramite una turbina a vapore (utilizzo di alternatore a magneti permanenti ad alta produttività: nostro brevetto internazionale.

Il Sistema Micro pirolizzatore proposto è costituito da un contenitore cilindrico di circa 1,5 mt. di altezza con diametro di circa 0,6 mt. Il Sistema e’ l’unico sul mercato Italiano che non produce ne’ forani, ne’ diossine ne’ altri gas cosiddetti “aromatici”, che devono essere soggetti ad abbattimento.

Il processo e’ tutelato da brevetto di proprietà di un noto centro di ricerca Italiano.

Risponde quindi alle direttive in materia di rifiuti e non richiede particolari autorizzazioni di legge, dagli organi autorizzativi competenti, per la sua installazione.
Puo' trattare 50 Kg di rifiuti solidi urbani, incluse materie plastiche all'ora. Possono essere dimensionati sistemi che trattano quantitativi maggiori.
Chiedici informazioni a info@tradewest.eu.

mercoledì 15 giugno 2011

Risparmiare carburanti Impianti a Biomasse: Ecco come!

Risparmio di carburante
Si puo' risparmiare carburante migliorando prevalentemente le tecniche di
combustione del carburante stesso nei cilindri del motore. Cio si puo' fare
utilizzando dei dispositivi appositamente progettati:
Precombustore o Atomizzatore
L’Atomizzatore è un dispositivo meccanico che mira essenzialmente ad agevolare ignificativamente il verificarsi di una combustione completa all’interno dei motori a combustione interna, per mezzo della somministrazione di un’energia iniziale alle molecole del combustibile, prima che esso venga portato a contatto con il comburente (l’ossigeno molecolare contenuto nell’aria).
In tal modo, da un lato si aumenta il contenuto energetico del sistema combustibile-aria, facilitando così il rapido superamento della soglia di energia di attivazione della reazione di ossidazione nella camera di combustione, e dall’altro si provoca l’indebolimento delle molecole del combustibile, rendendo così più affidabile una combustione completa.In particolare, la
somministrazione di energia al combustibile avviene facendo transitare lo stesso all’interno di un apposito cilindro, nel quale vengono opportunamente generati dei cicli termodinamici, allo scopo di massimizzare il trasferimento di energia alle molecole di combustibile, elevandone il punto di caloria superiore. Il cilindro viene alimentato da opportuna tensione elettrica (che dipende dal tipo di applicazione a cui è destinato: autoveicoli, motori di co-generazione, motori navali, ecc.) e le sue caratteristiche di controllo e dimensionamento sono tali da creare temperature variabili in un range opportunamente prefissato.In definitiva, all’uscita dell’Atomizzatore, il combustibile è caratterizzato da un contenuto energetico e da una riduzione della coesione molecolare, tali da garantirgli una maggiore reattività ed una migliore polverizzazione. Ne consegue che la superficie di contatto tra i reagenti (combustibile ed ossigeno molecolare), nella camera di combustione, risulta aumentata e pertanto la reazione di
ossidazione avviene in maniera più efficace, con conseguente riduzione delle emissioni dell’ossido di carbonio (CO) e degli idrocarburi incombusti (HC).Alla riduzione degli idrocarburi incombusti, nel caso dei motori “diesel” e “biodiesel”, si accompagna naturalmente la riduzione anche del particolato e di conseguenza, la riduzione dell’opacità tipica delle emissioni di tale tipo di propulsore. Inoltre, poiché la reazione di ossidazione avviene in modo più completo, risulterà disponibile minore ossigeno molecolare (O2) non combinato, il che comporterà la riduzione delle emissioni di ossidi di azoto (NOx).
Tutto ciò si traduce in un migliore sfruttamento del potere calorifico inferiore del combustibile, ovvero del contenuto di energia chimica in esso insito e in un migliore rendimento del propulsore. Da quanto detto, emergono chiaramente i benefici conseguibili dall’utilizzo del Precombustore in termini di riduzione delle emissioni di tutti i principali composti tossici ed
inquinanti prodotti dal funzionamento dei motori a combustione interna utilizzati in genere nel settore dei trasporti e della produzione di energia. Una significativa caratterizzazione quantitativa delle prestazioni del Precombustore è già stata verificata sia su motori da 3.000 e 5.000 cc, sia su motori a biodiesel.
L’Atomizzatore è utilizzabile su motori a gasolio e con tutti i carburanti di origine vegetale (bio-diesel), i vantaggi conseguiti dall’utilizzo sono:
1. Incremento delle prestazioni del motore, soprattutto in elasticità.
2. Riduzione del consumo di carburante non inferiore al 15%
3. Sensibile riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti, fino all’85%, in particolare di:
* Ossidi di Azoto (NOx)
* Idrocarburi incombusti (HC)
* Monossido di Carbonio (CO)
4. Emissioni di Particolato od Opacità (Motori Diesel)
5. Una combustione più pulita, con una significativa riduzione della formazione di residui carboniosi (incrostazioni), con evidente vantaggio della pulizia di organi quali: pistoni, camere di scoppio, valvole e condotti di scarico, marmitte, turbine e con riscontri positivi su efficienza, durata del motore e riduzione del TCO (total Cost of Ownership). Chiedi informazioni a info@tradewest.eu

sabato 28 maggio 2011

Biomasse ad idrogeno: Perche' conviene!

All'estero e' molto sviluppata la tecnologia di aggiungere idrogeno, nella combustione, negli impianti a biomasse liquide.
E' una tecnologia nuova, piu' pulita, piu' produttiva e che tende ad abbattere gli inquinanti.
L'idrogeno viene aggiunto nella camera di combustione all'olio vegetale che alimenta il motore. Cio' comporta una migliore combustione, meno scorie ed una durata maggiore del motore stesso. Stanno nascendo nuove tenologie per produrre direttamente l'idrogeno da utilizzare nell'impianto a biomasse con un semplice processo di pirolisi dell'acqua al quale vengono aggiunti dei catalizzatori per migliorarne l'efficienza.

giovedì 30 dicembre 2010

Biomasse: Prospettive dell'Europa

L'energia prodotta da biomasse solide (legno, rifiuti di legno e vegetali solidi) nell'Unione europea è cresciuta nel 2010 del 4,8% rispetto all'anno precedente, che già aveva registrato un incremento del 3,6% sul 2008. Senza dubbio un buon risultato, ma che rimane molto lontano dal Piano d’azione per le biomasse della Ue.
OBIETTIVI - Si stima per il 2010 un aumento a 76,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) dell'energia nell’Ue prodotta da biomasse solide, contro i 72,8 milioni di tep del 2009. Solo che il Piano d'azione europeo per le biomasse prevedeva nel 2010 la produzione di 149 milioni di tep. E anche considerando biocombustibili, biogas e rifiuti urbani si arriva a 110,5 milioni di tep in tutto, un dato ben al di sotto degli obiettivi.

PRODUTTORI - Germania, Francia, Svezia, Finlandia e Polonia si confermano anche nel 2009 ai primi cinque posti della classifica dei produttori di energia da biomasse e rappresentano insieme il 57% della produzione europea. L’Italia è in decima posizione, con 2,8 milioni di tonnellate bruciate nel 2009, che migliora all'ottavo posto per la sola generazione elettrica, mentre è al 23mo posto (su 27) nei consumi pro capite con 46 kg a testa, contro i 1.209 kg dei finlandesi, i 151 kg della Francia e i 137 kg della Germania.

venerdì 17 settembre 2010

1 Mw di Energia Elettrica con 4000 Mucche

Lo sapevi che 4000 mucche producono tanto biogas per produrre 1 Mw di energia elettrica?
Lo sapevi che puoi vendere l'energia elettrica prodotta a tariffa agevolata?
Lo sapevi che un impianto a biogas costa circa 3500000 euro?
Lo sapevi che l'investimento se hai 4000 mucche si ripaga in pochi anni?
Lo sapevi ce in questo modo non devi piu smaltire le deiezioni degli animali, pagando?
In sostanza!!! lo sapevi che puoi trasformare un costo in reddito?
In piu' ti diamo anche i finanziamenti per acquistare l'impianto.
Contattaci. info@tradewest.eu

lunedì 16 agosto 2010

Il vino come combustibile

Dall'uso agronomico indiretto, all'uso energetico a quello farmaceutico: sono alcune delle possibilità di utilizzo dei prodotti di scarto della vinificazione, previsti dal Decreto Ministeriale n.7407 del 4 agosto scorso che modifica la normativa sull'utilizzo dei sottoprodotti della vinificazione. ''Le modifiche sostanziali introdotte - osserva l'assessore regionale alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno - sono riferite al ritiro dei sottoprodotti della vinificazione, attraverso l'obbligo della consegna, totale o parziale, in distilleria degli stessi o mediante il ritiro sotto controllo per usi alternativi''.

Tra gli usi alternativi previsti, l'uso agronomico diretto, mediante la distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli, nel limite di 3.000 kg. per ettaro di superficie agricola risultante nel fascicolo aziendale, a condizione di un espresso impegno ad utilizzare i sottoprodotti per uso agronomico. Altre opportunità di utilizzo, l'uso agronomico indiretto per la preparazione di fertilizzanti e l'uso energetico, mediante utilizzo dei sottoprodotti quale biomassa per la produzione di biogas o per alimentare impianti per la produzione di energia, utilizzati anche congiuntamente. Infine viene previsto anche l'utilizzo per uso farmaceutico e cosmetico.

I produttori che intendono destinare i sottoprodotti per gli usi alternativi descritti, devono effettuare la comunicazione all'Ufficio periferico dell'ICQRF (Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari) territorialmente competente, anche nel caso in cui l'utilizzo dei sottoprodotti sia effettuata da soggetto diverso dal produttore. Il decreto, conclude l'assessore regionale Stefàno, ''assume notevole valenza in quanto consente, per la prima volta, l'utilizzo dei sottoprodotti della vinificazione, aprendo nuove ed interessanti opportunità economiche, ambientali ed agronomiche. In particolare, nel caso di uso agronomico, la norma permette di restituire al terreno parte della materia organica sottratta con la produzione''.